SURVIVAL
l'Arte della soppravivenza

In quest’articolo leggere del Survival, in realtà non si tratta di uno sport. La conoscenza di tecniche di sopravvivenza, ci può aiutare ad affrontare nel giusto modo, situazioni pericolose derivanti da trekking, sport estremi, avventura ecc.

Quando si sente pronunciare la parola “survival” si pensa immediatamente a uomini impegnati in avventure estreme, come nella foresta Amazzonica oppure in una giungla ecc. Nulla di più sbagliato anche se esistono molti esempi in tal caso, amplificati da spot televisivi.
Survaival
a mio parere è la capacità di padroneggiare le situazioni che capitano nella vita, dalle semplici a quelle più critiche, senza la ricerca esasperata dell'estremo. In questi ultimi anni sono nate nel nostro paese diverse “scuole” che organizzano corsi di Survival, che insegnano ai partecipanti come preparare il proprio zaino.        
Le cose necessarie a sopravvivere in un ambiente a noi non adatto, ciò dovuto alla vita moderna che ci ha fatto perdere il senso di “sopravvivenza” che da sempre era stata una prerogativa dell'uomo.

V’insegneranno a riconoscere le erbe medicinali, gli animali del bosco e a riconoscere le loro tracce. Imparerete a costruire bivacchi d'emergenza, immaginate durante un'escursione in montagna di non riuscire a tornare dal luogo di partenza, a causa delle avverse condizioni meteorologiche.
Apprenderete come accendere fuochi, credetemi non è così banale come può sembrare... ne ho avuta prova nei miei viaggi in Africa con la moto. Sono rimasto colpito da come i Tuareg riuscissero ad accendere dei fuochi con le poche radici secche reperite nel deserto.
Lo so queste sono situazione che qui non si verificano, ma danno l'idea del senso di disorientamento che prova l'uomo quando è immerso in una natura a lui non congeniale, per stile di vita ovviamente.

Altra cosa molto utile è saper “leggere” una cartina geografica, usare la bussola, cose che si possono apprendere anche praticando l'Orienteering.
Frequentando i corsi di Survival che si svolgono conoscerete i “pericoli” della montagna in diverse Regioni Italiane, se fate dei trekking, in particolar modo nei mesi invernali con la presenza di neve. Camminare in un bosco, magari con le ciaspole, vi assicuro che è una situazione “fiabesca”, ma anche di pericolo perché la coltre di neve può ricoprire dei crepacci in cui si può cadere, ecco perché suggerisco di non andare mai soli.

Pensate ora di ritrovarvi da soli in montagna, intorno a voi il nulla.
Nessuna casa o villaggio nel giro di una quindicina di chilometri... avete solo una cartina; bussola e uno zaino con poche cose dentro, alle quali spesso si da poco valore.
Dopo un primo momento di smarrimento dovuto alla situazione che si sta verificando, potrai mettere in pratica le cose imparate in questi corsi.

In Italia ad esempio esiste la F.I.S.S.S (Federazione Italiana Survival Sportivo e Sperimentale), a fine articolo troverete l'indirizzo del loro sito internet.       
Palkieewicz
consideratoun vero esperto in Survival, organizza corsi, stage ecc legati a questa disciplina, ha dichiarato quanto segue:
" Le doti necessarie per sopravvivere sono innumerevoli: esse variano dalla capacità di adattamento alla rapidità e sicurezza nella decisione. Dall'ostinazione all'autocontrollo; dall'efficienza fisica e psichica all'insaziabile desiderio di continuare a vivere comunque nonostante una situazione di disagio. Dall'allenamento a una vita disagevole all’accettazione di situazioni difficili; dall'abilità manuale per procurasi il cibo o costruire un riparo o allo spirito di adattamento nell'alimentazione. Tutto questo è importante, ma una sola dote è indispensabile per sopravvivere: la volontà."

       

Luoghi dove una buona conoscenza delle tecniche di Survival, potrebbero servirvi.

Il Deserto
 

Il deserto si attraversa, punto!
Non è un luogo da viverci per noi abituati a ben altre cose.
Quest’ambiente “estremo” ho avuto modo di conoscerlo di persona e per diverse volte, grazie a viaggi fatti con la moto.
Capita di vedere i miraggi, tipo laghi d’acqua, ma alla seconda volta non ci si fa più caso. Il deserto non è solo grandi dune di sabbia finissima, tipo borotalco ma distese di pietraie, orizzonti infiniti, polvere e tempeste improvvise di sabbia, il temibile ghibli.
Iimmaginate un vento caldo… poi improvvisamente non si vede più nulla! La sabbia densa come la nebbia crea un paesaggio surreale. Poi una grande luminosità, che non sempre vi permette di vedere gli ostacoli per tempo, se andate con una moto ad esempio.
Le temperature sono molto elevate! Se appoggiate una mano sulla sabbia, vi scottate! Siamo nell’ordine di circa 60 gradi centigradi. Se per caso trovate un posto ombreggiato, ma non ve ne sono, preparatevi a sopportare temperature di 45 gradi centigradi.

Di notte le temperature scendono notevolmente, ma lo spettacolo è impagabile! Non ho mai visto un cielo così incredibilmente stellato, come nelle nottate trascorse nel Sahara! Se avete una buona scorta di acqua, generi alimentari e guide locali capaci di girare nel deserto, questo non vi annoierà! Tramonti dai colori struggenti, il the nel deserto preparato dai Tuareg è molto più di una semplice tradizione!

Come detto in precedenza il deserto non rappresenta il nostro ambiente naturale. Qui bisogna coprirsi quasi totalmente come fanno i Tuareg, sapete perché sono chiamati gli uomini blu? Dal colore (blu) lasciato sulla loro pelle, dai capi d’abbigliamento indossati.

Non è vero che nel deserto non ci sia vita… basta aspettare la sera, quando il sole è calato, è all’ora che i pochi animali che lo abitano si muovono, anche questa è una strategia di sopravvivenza. Nel deserto bisogna bere molto, e senza aspettare di avere sete, questo per evitare di incorrere in colpi di calore.
Le oasi non sono l’unico posto dove trovare l’acqua, ci sono i pozzi ma se non avete una fune di almeno 10 metri con voi, l’acqua la potete solo vedere! Il gusto è diverso ma quando si ha sete… vi lascio immaginare!
A fianco dei pozzi vi sono dei recipienti fatti con le camere d’aria di camion, vi legate la fune, calate il recipiente e portate in superficie l’acqua.
Un tempo navigare con la bussola non era semplice; dovevi sapere, dove ti trovavi e poi dove eri diretto. Semplice a scrivere ora la tecnologia c’è venuta in aiuto con sistemi di GPS (navigazione satellitare).

L’Artico

Qui le condizioni ambientali sono veramente estreme, bisogna stare molto attenti a non bagnarsi, altrimenti sono guai seri!
L' abbigliamento va scelto con cura, prediligendo capi tecnici, specifici, vestitevi a strati per il luogo in cui andrete.
Pianificate bene l’itinerario
, da seguire, e organizzatevi per tenere collegamenti radio, è una delle cose più importanti. 
Non lesinate sugli alimenti da portare con voi, ma scegliete quelli giusti.
Andate armati,
perché il pericolo rappresentato da animali (vedi Orsi Polari) non sono una cosa remota… Il loro cibo (pesci) si trova sotto il ghiaccio, voi sopra! Sembra strano, ma in questi luoghi ricoperti di ghiaccio, non è disponibile acqua da bere allo stato liquido!
Dovete essere in grado di accendere un fuoco per sciogliere il ghiaccio. In questi luoghi estremi si può “morire dolcemente”, addormentandosi al freddo. Anche qui c’è molto da imparare dalle popolazioni locali, magari prima di partire per queste spedizioni, imparate come costruire un riparo di fortuna, tipo un igloo.

La giungla e le foreste tropicali

Dopo aver letto l’impresa di un’Inglese, che ha attraversato la foresta Amazzonica in quasi due anni, a piedi e con un piccolo gommone, la prima cosa che mi viene da scrivere e quella di non andare mai da soli!
Qui abbiamo alberi molto alti, circa 50 metri, ma sotto crescono molte piante, rendendo il sottobosco privo di sole. Non è propriamente un ambiente adatto al trekking come lo intendiamo noi.
La presenza di animali pericolosi è notevole, oltre a serpenti ci sono insetti e persino farfalle letali, sabbie mobili ecc.

Quindi se proprio volete attraversare la foresta Amazzonica, scegliete una via d’acqua, non a nuoto ovviamente. L’eventuale viaggio prevede l’allestimento di un campo, qui non deve mancare l’amaca, zanzariera è l’indispensabile telo termico. In questa situazione naturale piove molto ma pure l’umidità è notevole, per cui bisogna bere molto.L’acqua reperita, va sempre purificata, anche quando si usa per lavarsi. Nelle foreste definite secondarie, abbiamo un tipo di vegetazione più bassa ma molto intricata, difficilmente si può fare un percorso lineare. Qui serve un macete per farsi “strada”, attenzione ai serpenti e altri animali. Di certo è che nella jungla non si è mai a proprio agio.

La Savana

Qui non c’è né il deserto e neppure la foresta, ma non mancano i pericoli… Gli animali come i Leoni, oppure serpenti o quelli che possono sembrare innocui come gli Ippopotami. Provate ad avvicinarvi a quello che ritengono il loro territorio per costatare quanto questi animali non siano amichevoli.
Nelle ore notturne ci sono i Leopardi a rendervi il sonno poco tranquillo Per queste ragioni se visitate un Parco Nazionale, sarete sempre accompagnati da guide che non vi faranno scendere dai mezzi.
Nella Savana
sembra paradossale ma di notte è più sicuro dormire all’aperto per avere la possibilità di scappare in caso di pericolo imminente. Cosa che non è possibile se vi trovate dentro una tenda. Un buon fuoco e rami spinosi possono essere un buon riparo da animali feroci. Uno dei pericoli maggiori nella Savana è rappresentato dagli incendi, qui le sterpaglie secche bruciano molto velocemente.

In Mare

Sembra paradossale ma uno dei Mari più pericolosi è il “nostro”  Mediterraneo. Qui il tempo può cambiare in modo repentino e velocemente. Basti ricordare quanti naufragi d’immigrati ci sono stati, da parte di chi era partito dalle coste Africane, cercando di raggiungere l’Italia.
Il mare è come un deserto liquido, in cui si può morire di sete se non si anno gli strumenti per dissalare l’acqua e renderla potabile. Vanno aggiunti il freddo notturno, vento forte e burrasca, e le alte onde. Pure il nostro comportamento a determinare le situazioni di maggiore pericolo.

 

Survival Kit

Zaino (è il più pratico) o altro contenitore da voi scelto per l’escursione, qualsiasi essa sia, non dovrebbero mai mancare generi alimentari per la sopravvivenza, in piccole confezioni. Oltre ad altri oggetti sotto elencati:
Lo zaino è da scegliere con cura, molte persone inesperte nel trekking, tendono a commettere l’errore di portare con sé materiale inutile. Lo zaino ideale è fatto in modo da distribuire il peso su più punti del nostro corpo e fare circolare l’aria sulla schiena.
Coltello multiuso, non farsi influenzare da quelli multiuso, dotati di molti accessori, basta acquistarne uno robusto, la cui lama sia dotata di blocco una volta aperto.
Accendino, può essere a gas, ma se prendete con voi dei fiammiferi, sceglierli antivento, il cappuccio di zolfo può essere impermealizzato con della cera.
Candela, può servire per accendere un fuoco, o volendo per impermealizzare delle cose in caso d’emergenza. Le candele squadrate occupano meno spazio nello zaino.
Telo termico, è una “coperta” di alluminio, piegata risulta essere di piccole dimensioni, può ripararci durante una nottata all’aperto, evitando il congelamento. Serve anche come riparo dalla pioggia o dal sole.
Torcia elettrica, da preferire il tipo frontale (da minatore) così da lasciare libere le mani, vi assicuro che questa torcia è molto pratica se dovete fare delle riparazioni di sera, come mi capitò nel deserto del Sahara con la mia moto. La torcia deve essere impermeabile, con batterie di lunga durata.
Cordino da alpinismo, di lunghezza variabile di 6 – 6 metri, con un diametro di 3 mm, serve per fissare meglio la tenda in caso di forte vento. Si può usare per asciugare panni, o appendere altri oggetti, una volta fissato a due rami (corda). Un suo uso estremo che se ne può fare, qualora sia sfilacciato, è quello di usarlo per fare delle cuciture.
Filo di rame oppure ottone, per riparazioni varie.
Aghi e filo da cucire.
Matita nera, tipo quella da muratore, scrive su qualsiasi superficie, anche se dovesse essere umida.
Bussola
Kit di pronto soccorso, si trova anche di piccole dimensioni. Il materiale sopra elencato non dovrebbe superare il peso di 400 grammi. Attaccati allo zaino, possono essere utili alcuni moschettoni da alpinista, da usare in caso d’emergenza.

Kit di primo soccorso

Deve essere di dimensioni contenute, ma non devono mancare le seguenti cose:
Pinzetta, per togliere eventuali piccole spine, da rimuovere all’istante per evitare eventuali infezioni.
Cerotti, comprare quelli di sutura che si trovano in farmacia, servono a cicatrizzare meglio le piccole ferite.
Laccio emostatico, per arrestare eventuali emorragie.
Lametta da bisturi, per incidere eventuali vesciche.
Bende e garze sterili, da usare per medicare le ferite, per un uso estremo, si possono usare per filtrare l’acqua non propria pulita.
Amuchina da impiegare come disinfettante.
Aspirina, con questo medicinale se ne fanno diversi usi, è un ottimo antidolorifico, in polvere serve a cicatrizzare le ferite, sciolta in acqua va bene in caso di punture d’insetti.
Collirio, in confezioni mono dose.
Piccola spugna, per pulire una ferita o raccogliere acqua, e da usare per l’igiene personale.
Zucchero, rappresenta una riserva di calorie.
Questi generi di pronto soccorso, vanno tenuti in una confezione stagna, tipo alluminio e sostituiti una volta l’anno. Per eventuali spedizioni in zone remote, aggiungere altri medicinali più specifici da scegliere consultando un medico, che vi dirà quali prendere ha secondo della vostra destinazione.

Accessori indispensabili.
Occhiali da sole, particolarmente utili in alta montagna.
Poncho, non solo ripara dalla pioggia ma può essere utile per raccogliere l’acqua, costituire un riparo d’emergenza ecc.
Cappello, ripara dal sole e dalla pioggia, va scelto in base al luogo, dove si vuole andare.
Crema solare, da scegliere in base al luogo dove si va, in più portare un proteggi labbra.
Sali minerali, servono a reintegrare nell’organismo quelli persi per l’attività fisica fatta.
Siringa aspira veleno.
Telefono cellulare, serve anche per essere localizzati in caso di emergenza.

Calzature e abbigliamento
Le calzature devono rispondere a quattro caratteristiche fondamentali: essere confortevoli, garantire una buona traspirabilità e tenuta all’acqua, essere leggere. Secondo il terreno che si calcherà, sarà scelta una calzatura adeguata alla situazione.
Abbigliamento.
Va scelto in base al viaggio da fare e tenendo conto della durata del medesimo. Come prima cosa scegliere capi che permettano la traspirazione, è bene vestirsi a “cipolla”, in altre parole multistrato.



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