Sin dai tempi antichi l’uomo si è immerso in apnea alla ricerca di perle. Testi antichi scritti da Erodoto e Aristotele sono arrivati fino ai nostri giorni. Anche il grande inventore Leonardo Da Vinci fece studi riportati nel Codice atlantico.
La subacquea è stata anche usata per scopi militari e sportivi.
Di tutto questo leggerete in quest’articolo.
La storia
Definire una data precisa in cui l'uomo ha cominciato le immersioni, è pressoché impossibile.
Certamente da tempi molto remoti e in diverse parti del mondo l'uomo si è immerso in apnea alla ricerca di perle come avviene ancora oggi.
Per certo grazie a testi e racconti tramandati.
Si sa che Erodoto scrisse del Greco Scyllia che servendosi di una canna nuotò sott'acqua tagliando le funi delle navi persiane.
Aristotele descrisse di una campana immersa in acqua contenente aria, in cui gli uomini andavano a respirare dopo brevi esplorazioni del fondale.
Nel 1500 fece studi riguardo alle immersioni anche il grande Leonardo Da Vinci, come riportato in alcuni disegni nel famoso Codice Atlantico. Sempre in tempi antichi furono utilizzate “campane” per esplorare i fondali, poi nel 1715 con l'avvento di un rudimentale scafandro progettato dall'inglese John Lethbridge, fu possibile l'esplorazione dei fondali.
In pratica un uomo scendeva a 20 metri di profondità (calato da una nave), all'interno di un cilindro di legno rivestito di cuoio, e di un oblò in vetro per la visione esterna.
Questo rudimentale “mezzo” per l'esplorazione subacquea era limitato dalla necessità di riportarlo in superficie frequentemente per rifornirlo di aria, mancando un apparato specifico che facesse pervenire l'aria durante la fase d’immersione.
Siamo al 1779 quando un altro inglese John Smeaton utilizzo una pompa a vapore per far pervenire aria a una campana subacquea.
Grazie a questa pompa era possibile per i “subacquei” rimanere immersi per più tempo.
Un'altra evoluzione si ebbe grazie allo Scozzese Charles Mackinntosh, nel 1818 inventò un tessuto impermeabile usando la gomma, l'ideale per indumenti subacquei.
Arriviamo al 1840 quando il Tedesco Augustus Siebe progettò uno scafandro con un casco fissato a una tuta flessibile e impermeabile.
Questo apparecchio riceveva aria dalla superficie ed era munito di valvola di scarico. Questo tipo di scafandro opportunamente zavorrato e una spessa tuta di lana contro il freddo rimasero in uso dei palombari per oltre un secolo.
Nel XIX secolo gli studi degli inventori furono indirizzati per rendere il subacqueo autonomo durante le immersioni, ovvero senza servirsi di manicotti collegati a pompe in superficie.
Finalmente nel 1865 grazie a due Francesi, fu possibile immergersi in modo autonomo, con l'ausilio di un apparecchio ad aria compressa dotato di un serbatoio ed erogatore per il flusso dell'aria in base alle necessità del sommozzatore.
Nel 1911 una fabbrica tedesca cominciò a produrre autorespiratori a ossigeno cui seguirono altri con un misto aria compressa con aggiunta di ossigeno.
Questo tipo di respiratori trovò largo impiego nei due conflitti mondiali, in tal senso vanno menzionate le imprese degli incursori Italiani, come alle navi Inglesi nel porto di Alessandria.
L'autorespiratore diede grande impulso alla subacquea, specialmente dal 1950, rendendo questa disciplina alla portata di tutti.
Immersioni, come cominciare:
La prima cosa che mi sento di scrivere è di non improvvisare!
Quindi suggerisco di frequentare una scuola oppure appoggiarsi a uno dei tanti club subacquei esistenti nel nostro paese, anche in località non marine. Generalmente una scuola vi consentirà di conseguire il brevetto in meno tempo ma a un costo maggiore.
Un Club è un'associazione di appassionati senza fine di lucro, questo non vuol dire che non vi siano persone preparate a insegnarvi, poi una volta conseguito il brevetto si può fare le escursioni in mare organizzate del Club stesso. In entrambi i casi, scuole o club, imparerete a immergervi in sicurezza e gestire eventuali difficoltà che possono presentarsi nel corso di un’immersione.
Al termine del corso è rilasciato un brevetto. Quest'ultimo vi consentirà di fare immersioni in svariate località italiane ed estere appoggiandovi ai locali Diving, che richiederanno il vostro brevetto prima di accompagnarvi sottacqua.
Prima di cominciare un corso di subacquea è bene sottoporsi a una visita medica, in particolare le persone asmatiche dovrebbero preventivamente consultare uno specialista. In ogni caso per fare in sicurezza quest’affascinante disciplina sportiva bisogna avere una buona forma fisica.
L'addestramento di base e specializzato
Come inogni altra attività sportiva/escursionistica, prima di fare le uscite in mare oppure immersioni in piscine, bisogna frequentare una parte teorica. In questa fase conoscerete i materiali necessari alle immersioni, le procedure di sicurezza, di comunicazione con gesti delle mani e tanto altro ancora.
Dopo la parte teorica comincerà quella pratica, inizialmente in luoghi definiti quali piscine oppure al mare nella vicinanza della spiaggia.
Una volta conseguito il brevetto, si può fare un addestramento specializzato in cui imparerete a immergervi a maggiori profondità e con scarsità di visibilità. Oltre a ciò vi saranno insegnate le tecniche di salvataggio e gestire situazioni di difficoltà che potranno servirvi se eventualmente diverrete istruttori.
L'ambiente subacqueo
L'evoluzione dell'uomo non ha plasmato il nostro corpo per il mondo sommerso, questo si comprende immergendosi per la prima volta quando si proveranno sensazioni insolite.
La visione dal nostro occhio appare sfocata quando siamo in immersione, la luce filtra nell'acqua più lenta, inoltre gli oggetti che osserviamo in immersione appaiono più grandi e vicini di quanto lo siano in realtà, questo grazie a un effetto chiamato rifrazione. Persino i colori si modificano in base alla profondità.
Durante le immersioni i suoni sono quattro volte più “veloci” rispetto a quando ci si trova in superficie, ciò rende difficile identificare con precisione da dove provenga un suono.
Logicamente sott'acqua per comunicare si usano segnali manuali appresi durante il conseguimento del brevetto.
In acqua il corpo umano perde molto più calore rispetto a se sta a contatto con l'aria, per questa ragione, i subacquei per evitare di incorrere in casi d’ipotermia devono indossare una protezione (tuta) adeguata alla situazione.
Altro elemento da considerare è la pressione esercitata dall'acqua sul corpo, che accresce con l'aumentare della profondità.
Poi c'è differenza di pressione quando si fanno immersioni in mare oppure in acqua dolce. In mare nell'acqua c'è una maggiore quantità di sale disciolta, quindi si avrà pure una maggiore pressione sul corpo del subacqueo.
Altro elemento indispensabile per le immersioni è l'aria contenuta sotto pressione all'interno delle bombole, un erogatore ci permette di respirare in sicurezza, in base alla pressione circostante dovuta all'acqua.
Centri Diving in Italia
|
Snorkeling e Diving:
Argomenti correlati nel Sito >> |
|
|
|
Se hai ritenuto interessante questa pagina, condividila con i tuoi amici |
|
|
|