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Modena, 12 agosto 2011. Fonte articolo Il Resto del Carlino, che riporto perché racconta di una bella storia. - PARTI' un giorno d’estate di 22 anni fa sul suo catamarano lasciandosi alle spalle una vita sicura da insegnante per un futuro incerto da navigatore. C’era un vento gagliardo e teso. Nella valigia pochi vestiti e molti sogni. In Polinesia, pensò, gli abiti non mi servono. Mauro Morandi, 72 anni, nei mari del Sud non arrivò mai. Non fu necessario. L’uomo in fuga trovò la sua Polinesia e il suo Paradiso sull’isola di Budelli, arcipelago della Maddalena, Sardegna. Lì si è fermato e da allora è diventato l’unico abitante dell’isola con la spiaggia rosa. Morandi non è un naufrago. È solo un vecchio lupo di mare con la barba bianca e la pelle color cuoio che ha deciso di chiudere a modo suo con la società civile per stabilirsi a Budelli: «Passai da queste parti quando il custode di allora era all’ultimo giorno di lavoro. Sono le svolte della vita. L’idea mi affascinò e restai».
OGGI l’unico abitante dell’isolotto, dove Michelangelo Antonioni girò una scena memorabile di Deserto Rosso, lavora per la società italo-svizzera Nuova Gallura. Budelli è sul mercato: 4,5 milioni (pare trattabili) per 1,6 chilometri quadrati. E se vendono? «Vedrò che fare», sorride fatalista Morandi. «Molti pensano che io viva nel Paradiso terrestre — dice Mauro, modenese col carettere ispido —, ma vorrei che qualcuno fosse qui in inverno quando il sole tramonta alle quattro. Devi organizzarti raccogliendo legna e facendo scorte di cibo se il mare consente di raggiungere in gommone la Maddalena. Per molti giorni non posso muovermi. Serve carattere per fare questa vita, io resisto perché mi organizzo e perché la mia è una scelta precisa. Riesco perfino a fare qualcosa di buono per il prossimo. Costruisco manufatti di legno di ginestra che vendo ai turisti. Il ricavato va a un amico che fa volontariato in Africa. Tengo tutte le ricevute: chissà che un giorno qualcuno, lassù in cielo, non me le chieda». In questo piccolo regno una cisterna per raccogliere l’acqua piovana, alcuni pannelli fotovoltaici e un congelatore per la scorta di pesce e carne aiutano a campare.
DOMANDATE a Morandi che cosa pensa dell’Italia di oggi. Una smorfia anticipa l’imprecazione: «Ho deciso di stare fuori da un mondo che non mi piace. Vivo con due galline e sette gatte e sto bene». Due volte l’anno torna «in continente», a Modena: «Vado un mese a primavera e uno d’inverno per fare visita a mia madre che ha 97 anni e alle mie figlie. Per il resto non ho rimpianti. La mia compagna, Silvana, che abita a Modena, mi comprende. Sta con me a Budelli d’estate poi torna in Emilia l’autunno. Io qui resto col mare in burrasca, la salsedine e le nuvole grigie». Un equilibrio perfetto.
D’estate il lavoro non manca. Dal 1999 la direzione del Parco della Maddalena ha vietato l’ancoraggio e la balneazione a Cala Roto, dove c’è la sabbia colorata. Ma in luglio e agosto Morandi deve fare i conti con gli abusivi che tentano di raggiungere la caletta e portarsi via il souvenir della sabbia rosa. Una consuetudine che mette a repentaglio l’integrità dell’isola. Se il custode se la vede brutta chiede aiuto alle vedette della Capitaneria di porto. «Devo intervenire anche tre volte al giorno per evitare che i turisti facciano il bagno o rubino la sabbia — racconta —, ma per fortuna ora l’Ente parco manda dei volontari per la sorveglianza. Nemmeno io posso tuffarmi. E pensare che la mia casa, una vecchia costruzione di 80 metri quadri risalente alla seconda guerra mondiale, sta a trenta metri dalla battigia. È il supplizio di Tantalo».
PASSATA la stagione del sole e delle barche torna la calma: «È il periodo in cui taglio la legna, sistemo la casa. Qui c’è sempre qualcosa da riparare. Mi tengono compagnia radio, tv e telefono. Niente internet. Vado spesso a trovare i miei vicini di casa, all’Isola di Santa Maria, qui a fianco. Sono il pastore Pietro e i due custodi. Gente genuina che la pensa come me. Amano il silenzio e i toni bassi». Il lupo solitario di Budelli ogni giorno scruta il calendario. Aspetta l’inverno per parlare col mare che a volte borbotta sottovoce, a volte ulula. Sono due vecchi amici e si scambiano segreti che non riveleranno mai a nessuno.
Beppe Boni
La fotografia è tratta da Avventura Italia: www.avventuraitalia.it
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