In questo articolo potrai
conoscere la storia di Montegridolfo,
i luoghi e i monumenti da visitare,
esperienze personali, manifestazioni
culturali degne di essere menzionate
e tante altre notizie e curiosità.

Montegridolfo
    

Una serie di manieri e castelli ravvicinati l’uno dall’altro doveva garantire la difesa della Signoria dei Malatesta nei confronti delle terre marchigiane sottoposte al ducato di Urbino. Montegridolfo era e lo è attualmente posto a guardia del crinale che divide la valle del Conca, sul versante romagnolo, della valle del foglia, sul versante marchigiano. 
Un borgo fortificato da alte mura con l’unico accesso protetto da una torre con una porta d’epoca medioevale. Un luogo rimasto integro nella struttura. Il castello di Montegridolfo non era adibita residenza signorile, né un vero e proprio insediamento militare, ma un borgo murato, ovvero un “cassero”; recinto rettangolare con torre – porta avente una funzione difensiva. Il paese era abitato da artigiani e da proprietari terrieri.
L’origine del nome (Motegridolfo) è incerta, tra le diverse ipotesi una della più accreditata sostiene che questo nome derivi da una parola di origine germanica che vorrebbe dire sterposo, rozzo. La data della sua “fondazione” non è ancora certa,probabilmente è avvenuta attorno all’anno 1000. Nel 1148 (prima data documentata) apparteneva all’abazia dei SantiPietro e Paolo di Rimini.
Alla fine del 1200 passò sotto la signoria deiMalatestadi Rimini. In questo periodo Montegridolfo venne purtroppo a trovarsi al centro delconflitto fra le due signorie nemiche, quella dei Malatesta e quella dei Montefeltro di Urbino. Frequenti furono gli attacchi e le incursioni, in una di queste, i soldati di Ferrantino, alleato con i Montefeltro e in lotta con il cugino Malatesta, provocarono danni ingenti al Castello. Era l’anno 1336, i Malatesta ne iniziarono però, l’anno successivo, la ricostruzione, con mura più alte e spesse, rafforzate da 4 torrioni.
Il Castello rimase sotto la giurisdizione dei Malatesta fino al 1500, quando passò sotto il dominio del duca Valentino Borgia. Sconfitto questi nel 1503, Pandolfo Malatesta vendette il territorio alla Repubblica Veneta, che dopo 6 anni lo cedette allo stato Pontificio.


La porta di ingresso

Questo è l’accesso fortificato al borgo, la porta decisamente bella, risale al 1500 e a visto modifiche nel corso dei secoli. L’arco di ingresso è sormontato da una torre; inoltre vi sono i segni evidenti dell’esistenza del ponte levatoio.

Il borgo

L’impianto urbanistico è rimasto immutato nel tempo. Il terrapieno è circondato da alte mura rafforzate da torrioni. Varcata la porta di ingresso un tempo munito di ponte levatoio, si sviluppa l’intero borgo fatto di piccole stradine su cui si affacciano gli edifici principali e le piccole abitazioni. 
Il palazzo della sede municipale è accanto alla porta d’ingresso. L’altro edificio di notevole valore storico è il Palazzo Viviani (ora adibito ad un prestigioso albergo) che sorge sui resti della rocca.
Aggirandosi per il centro storico si a l’immagine precisa del piccolo borgo che ha saputo conservarsi con armonia col paesaggio circostante nel corso dei diversi secoli.


------Diario di Viaggio-----


Ecco un luogo dell’entroterra Riminese tra i miei preferiti, uno di quei luoghi semplici ma che sembra uscito da un libro di favole oppure del tempo che fu. L’averlo “scoperto” è stata una casualità.
È stato tramite un articolo di un quotidiano che dava la notizia dell’avvenuto restauro del menzionato paese. La foto relativa all’articolo mi ha da subito colpito e così dopo una ricerca sulla cartina geografica lo sono andato a visitare. Il borgo sorge su di una collina, è racchiuso da alte mura con una sola porta di accesso al paese, una torre con orologio e relativa “cella campanaria”.
Dopo una breve salita si entra nel paese (conviene lasciare la macchina nell’apposito spazio sotto le mura, anche perché vicino c’è l’ufficio turistico). Passati sotto la porta che un tempo era chiusa da pesanti portoni in legno (in una metà del medesimo portone si può notare una piccola porticina) siamo accolti da una piccola piazza.
Il palazzo del Comune è alla nostra destra e una piccola cappelletta con relativo altare e di fronte alla sede municipale. Sulla facciata di una casa c’è una nicchia al cui interno è custodita una bella statua della Madonna con splendide piante di fiori posti sotto.
Ritengo che all’interno del borgo non vi sia una vera e propria chiesa come solitamente siamo abituati a vedere. Nella piccola piazza ma dal lato opposto al Municipio vi è un ristorante con pergolato (un posto molto carino); quindi un piccolo bar ospitato sulla sommità della torre alla sinistra della porta di accesso al borgo.
Da questo bar percorriamo la stradina sopra le mura che conduce dalla parte opposta del paese che è stato completamente ristrutturato e si presenta in ottimo stato conservativo.
La stradina che stiamo percorrendo è chiamata via Mura Sud, da un lato e alte mura di difesa e da quello opposto basse casette con graziosi fiori alle finestre. La pavimentazione delle strade è in sintonia col contesto storico del luogo, quindi al posto dell’asfalto sono stati usati cubetti di pietra.
Mentre mi aggiro nel borgo l’unico “rumore” udito è il suono delle campane che scandisce il passare inesorabile del tempo. I turisti che arrivano a Montegridolfo lo visitano in modo frettoloso magari diretti ad altre località turistiche più titolate ma il fascino di questo luogo è anche il suo “irreale” silenzio.
Aggirandomi all’interno del paese ho notato l’assenza di una chiesa come solitamente siamo abituati a vedere, probabilmente è all’esterno delle mura. Nel centro storico di Montegridolfo vi sono anche piccoli giardini che non ti aspetti di trovare una volta varcato l’ingresso. Al termine di via Mura Sud arriviamo davanti ad un albergo ospitato in un edificio d’epoca (palazzo Viviani).
A questo punto se giriamo subito alla nostra destra la stradina ci condurrà alla porta da cui siamo entrati. Noi percorriamo il lato delle mura opposto al parcheggio sottostante (ufficio turistico), che in ogni caso ci porterà ugualmente nei pressi del palazzo Comunale, vicino alla porta da cui si entra nel borgo. In pratica da questo lato delle mura non vi è una stradina come quella già descritta ma un camminamento che segue il profilo della cinta muraria. Sotto di noi un bellissimo spazio verde usato per le cerimonie che si tengono a palazzo Viviani.
Dall’alto delle mura nelle giornate limpide si vede il mare che dista da qui circa 20 km. A metà lunghezza del camminamento arriviamo davanti ad una piccola casetta, aggirata la medesima il percorso riprende.
Ora sotto le mura c’è un altro parcheggio ed il museo dedicato alla linea dei Goti (2° guerra mondiale) che descriverò più avanti. Il camminamento termina nei pressi della porta da dove siamo entrati. Prima di uscire dal borgo percorriamo anche la stradina centrale, conduce anch’essa davanti  al palazzo Viviani.
Nel centro storico del borgo ho notato una particolarità: l’unica stradina ad avere un nome è via Mura Sud le altre sono prive di nome! Dal momento che nel borgo c’è un ufficio postale, penso che in questo luogo chi è preposto alla consegna della posta conosca tutti gli abitanti di Montegridolfo! 
Ricordo la prima volta che visitai il paese.. una piccola bacheca (esiste tuttora) elencava le iniziative estive di intrattenimento.
Rimasi piacevolmente “colpito” da fatto che nei mesi estivi nella zona girava un piccolo camioncino con tutto il necessario per allestire un cinema estivo. Ogni sera era in un paese diverso della zona, anche questa è poesia che solo i piccoli centri possono ancora trasmettere!

                 

Museo linea dei Goti della Seconda Guerrauerra Mondiale 

Sotto le mura di Montegridolfo (lato che guarda il mare) c’è il museo storico della Linea dei Goti. Così era chiamata inizialmente la Linea Gotica, realizzata dai Tedeschi per difendere dagli Alleati l’Italia settentrionale. I locali utilizzati erano una postazione Tedesca di osservazione e guardando il panorama se ne può facilmente intuire la ragione, da qui la vista spazia fino al mare! La Linea dei Goti sfruttava le asperità delle montagne dell’Appennino Tosco-Emiliano ed andava dalla Liguria fino a Rimini. Montegridolfo ha dedicato un interessante museo ai tragici eventi che interessarono la zona nel corso della 2° guerra mondiale. Da persone della zona è stato donato svariato materiale rivenuto dopo le battaglie che interessarono questi luoghi. Le varie armi esposte sono state messe a disposizione da autorità militari. All’interno dei locali possiamo vedere le armi usate sia dai Tedeschi nonché dagli Alleati, elmetti, giornali d’epoca, locandine propagandistiche e tanto altro ancora. Il museo di Montegridofo è aperto nelle sole giornate di sabato e domenica contattando l’ufficio turistico. Nelle vicinanze sono stati recuperati 2 rifugi antiaerei scavati nelle colline che consentivano ai civili di trovare rifugio nel corso delle numerose incursioni aeree.


Visualizzazione ingrandita della mappa


Come arrivare a Montegridolfo

Tramite l’autostrada A 14, uscire a Cattolica o a Pesaro.

 

Coordinate GPS di Montegridolfo

 
Latitudine: 43° 51' 35'' Longitudine: 12° 41' 25''

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